Sempre maggiore spazio ed approfondimento si è dedicato negli ultimi anni nella nostra normativa giuslavoristica al paziente oncologico, che intende mantenere il proprio posto di lavoro e/o trovare collocamento in una nuova realtà, dopo aver superato il periodo critico della malattia.
Per fortuna, i progressi della scienza e della medicina hanno fatto passi da gigante, così da consentire nella maggior parte dei casi al malato di cancro di poter riprendere la propria attività o addirittura trovare una nuova collocazione, anche grazie a particolari agevolazioni, riconosciute dalle legge.
Una volta diagnosticata la malattia e affrontate le cure più forti, il paziente viene sottoposto a visita di accertamento invalidità ed in tal modo ha la possibilità di vedersi riconosciuti ad esempio i permessi ex legge 104 in caso di handicap grave, ma anche una serie di tutele per il caregiver che lo affianca e che addirittura può arrivare a richiedere facilitazioni sul posto di lavoro, congedi retribuiti fino a due anni in pendenza di cure e ugualmente il malato può accedere a forme diverse di inquadramento sul posto di lavoro, optando se vuole per il lavoro part-time e per quello cosiddetto agile.
Vi è da dire che anche sul fronte previdenziale è bene essere informati, se solo si tiene presente che il lavoratore malato cui sia riconosciuta una invalidità superiore al 74%, ha diritto, per il calcolo degli anni di servizio a fini pensionistici, al beneficio di 2 mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di lavoro effettivamente svolto in condizioni di invalidità, fino al limite massimo di cinque anni di contributi figurativi nell'intera vita lavorativa.
Sul punto, in caso di necessità, consigliamo sempre di farsi seguire e assistere da un supporto legale, al fine di poter ricevere i più appropriati consigli su come muoversi e cosa richiedere sia al proprio datore di lavoro, sia all’ente previdenziale.